Dr. Marco Firmo
9 lug 2018
L’induratio penis plastica (IPP) o Morbo la Peyronie identificata nel 1743 dal chirurgo francese Francois de La Peyronie che notò sullo stesso Luigi XIV la comparsa di ....
L’induratio penis plastica (IPP) o Morbo la Peyronie identificata nel 1743 dal chirurgo francese Francois de La Peyronie che notò sullo stesso Luigi XIV la comparsa di dolore e di un evidente incurvamento penieno in erezione è una patologia che si presenta solitamente nell’età media ovvero ai 50-60 anni con un aumento percentuale negli anni successivi e soprattutto in paziente affetti da deficit erettivi o diabetici, del 20% circa. Le cause d’insorgenza sono ad oggi ancora poco note e prevale l’idea che si tratti di una patologia multifattoriale. Fra le ipotesi più attendibili ricordo quella traumatica ed ancor più quella micro traumatica di tipo vascolare (microcircolo) che comporta fibrosi della tunica albuginea ed associata a fattori locali/sistemici contestuali come una alterazione del processo di riparazione, presente in soggetti geneticamente (gene HLAB27) e/o immunologicamente predisposti e nello specifico per la produzione di sostanze definite citochine, fra le quali ricordo la Il TGF-ß1 coinvolta nel processo di fibrosi e di formazione delle placche della tunica albuginea. E una patologia che in alcuni casi si manifesta in modo rapido e del tutto inaspettato con deviazioni assiali del pene talvolta associato dolore di vario grado in fase erettiva. Questa fase, definita da alcuni come acuta, ha durata variabile da uno a sei mesi per poi stabilizzarsi e quindi entrare in una seconda fase definita cronica dove la placca da fibrotica diviene fibrocalcifica. Solo in una percentuale variabile dal 30 al 50% la curvatura tende a peggiorare. In taluni casi compare, o si associa, una disfunzione erettile.
Il trattamento può essere medico o chirurgico e comunque, ad oggi, non ci sono terapie in grado di riproporre una restitutio ad integrum del tessuto compromesso a carico sia dell’albuginea che di quello cavernoso. La terapia medica fino ad oggi applicata a base di antiossidanti, associata a quella locale, da ottimi risultati sulla sintomatologia dolorosa con una percentuale di successo superiore dell’80%. In passato sono stati utilizzati numerosi farmaci, da soli o in combinazione, per os, per via trans-dermica o intra-lesionale o intra-placca, con l’intento di stabilizzare le placche e fermarne l’evoluzione senza però dare risultati certi. Un trattamento innovativo, oggi condiviso anche da autorevoli personalità scientifiche in ambito Andrologico ed Uro-andrologico (1), consiste nel trattare le placche con onde d’urto talvolta associandole a trattamento di elettroepurazione ovvero veicolare i principi attivi transdermicamente raggiungendo i siti recettoriali e canali ionici delle membrane cellulari. I risultati ottenuti con l’applicazione delle onde d’urto in soggetti portatori di IPP associato a deficit erettivo sono sorprendentemente elevati ottenendo una netta correzione del grado di curvatura. E’ importante ricordare che il trattamento da ottimi risultati anche in pazienti con deficit erettivo in assenza di lesioni fibrotiche grazie all’azione diretta sulla microcircolazione peniena. (2) (3)
(1) Low-Intensity Extracorporeal Shock Wave Therapy in vascular Disease and Erectile Dysfunction: Theory and Outcomes Ilan Gruenwald, MD,”Noam D. Kitrey, MD” Boaz Appel, MD” and Yoram Vardi, MD” Sex Med Rev 2013;1;83-90
(2) primo studio multicentrico italiano coordinato dalla Società Italiana di Andrologia (SIA)
(3) Low intensity shock wave therapy, neoangiogenesis and erectile dysfunction. New non-invasive therapy
Dott. Marco Firmo Per info: marco.Firmo@tiscali.it Tel: 3485203215